Matteo Renzi critica il governo Meloni, confrontando il costo della ricostruzione di Notre Dame con il centro migranti in Albania.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, non le manda a dire e – nella sua ultima e-news – lancia una stoccata al governo di Giorgia Meloni.
Confrontando la ricostruzione di Notre-Dame in Francia con la costruzione del centro per migranti in Albania, il leader di Italia Viva accusa: “Costerà al contribuente francese meno di quanto costerà al contribuente italiano la costruzione del centro migranti in Albania“.
La stoccata di Matteo Renzi al governo di Giorgia Meloni
Matteo Renzi, come riportato dall’Ansa, ha approfittato del Notre Dame per criticare il governo di Giorgia Meloni e il progetto del centro migranti in Albania, definendolo “inutile” e un esempio di cattiva gestione delle risorse pubbliche.
“Costerà al contribuente francese meno di quanto costerà al contribuente italiano la costruzione del centro migranti in Albania“, afferma.
Per il leader di Italia Viva, la scelta di investire in un progetto come quello albanese non rappresenta l’ambizione necessaria per una politica di qualità.
“Costruire una cattedrale era una scelta coraggiosa e nobile: chi metteva la prima pietra non vedeva la fine. E ciò rendeva ancora più bello il senso di un gesto fatto per le generazioni successive: anche la politica dovrebbe fare così, ma troppo spesso si impantana sul giorno dopo giorno“, ha dichiarato.
Il simbolo delle ricostruzione del Notre Dame
“La cerimonia con cui la Francia ha riconsegnato Notre-Dame al mondo è stata secondo me bellissima“, ha scritto Matteo Renzi. L’incendio che devastò la cattedrale nel 2019 rappresentò una ferita profonda non solo per la Francia, ma per l’intera cultura europea.
L’ex premier non nasconde la sua ammirazione per la determinazione francese e per la capacità del presidente Macron di rendere Notre-Dame un simbolo universale.
“Costruire una cattedrale significava scegliere progetti ambiziosi e non vivacchiare; significava trovare risorse per l’oggi e per il domani e non sperperare; significava tenere insieme il sogno e la concretezza e non chiacchierare“, conclude.